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Il decalogo dell’enoturismo e il neverending food tourism

    Il decalogo dell'enoturismo e il neverending food tourism

    L’Italia è la meta mondiale preferita dagli enogastronauti di tutto il mondo

    enoturismo

    Parliamo di enoturismo: noi Italiani siamo da sempre amanti del cibo e del buon vino e sicuramente il nostro territorio così ricco di tradizioni e di risorse naturali offre ancora molto da scoprire e da esplorare da questo punto di vista. Il cibo è sempre più vissuto come un bene di conforto che aiuta a ritrovare e stabilire un equilibrio psico-fisico e non solo. La nostra alimentazione diventa un fattore determinante nella scelta di una destinazione e di un viaggio.

    E’ così che il viaggio enogastronomico diventa il perfetto binomio che unisce la dimensione del benessere legata al cibo e al turismo, alla scoperta del territorio.

    Siamo sicuri che da bravo “enogastroturista” sarai molto attento ed esigente, com’è giusto che sia. Lo sai che esiste un vero e proprio “Decalogo dell’Enoturismo” che viene rispettato dalle cantine e dalle aziende più all’avanguardia? Le linee guida sono state definite dalla piattaforma “Il Nuovo Enoturismo” (creata da The Round Table, insieme al Movimento Turismo del Vino Lombardia). Il tutto per rispettare e interpretare le nuove normative e garantire allo stesso tempo la qualità del servizio.

    Si va dall’apertura settimanale o stagionale per almeno tre giorni fino all’accelerazione sui sistemi di prenotazione online. E poi una cartellonistica adeguata con indicazioni chiare per il visitatore italiano e straniero; la presenza ma anche l’uso di un sito web aziendale, l’indicazione dei parcheggi nelle vicinanze. Senza dimenticare l’esposizione e la divulgazione di materiale informativo multilingue, non solo sull’azienda ma anche sulla zona di produzione e sugli altri aspetti di rilevanza turistico-culturale del territorio. Ambienti adeguati al ricevimento e preparazione del personale; calici possibilmente in vetro per le degustazioni. 

    Enoturismo: verso il neverending food tourism.

    Miglioramenti (e adeguamenti) per dare nuovo slancio ad un turismo di prossimità rispettoso dell’ambiente, economicamente sostenibile, integrato con il territorio e le sue eccellenze enogastronomiche e ricettive.

    Se c’è una cosa di cui siamo sicuri è che il viaggio non si esaurisce con il viaggio: ci sono un prima e un dopo che diventano parte integrante del viaggio stesso. E questo è ancor più vero per l’enoturismo. Grazie alle moderne tecnologie il turista ha una serie di stimoli e opportunità da sfruttare prima della partenza, come le visite virtuali e i digital tasting con la consegna direttamente a casa dei prodotti da assaggiare, per poi rimandare a una successiva visita in presenza. E, una volta rientrato a casa, può diventare una sorta di ambassador delle aziende visitate e condividendo esperienze e prodotti sia attraverso i social che di persona. Ecco il neverending food tourism!

    L’Italia è la meta mondiale preferita dagli enogastronauti di tutto il mondo

    enoturismo

    Un turismo che consente esperienze per pochi o per piccoli gruppi della durata di una mezza giornata, di una giornata, di un weekend. Si può praticare anche all’aperto, con le visite in Vigna che accompagnano le visite in Cantina. E’ integrato con il territorio, con i ristoranti e le strutture di accoglienza, con i beni culturali e le produzioni gastronomiche locali. Queste sono le peculiarità dell’ENOTURISMO, motore del Turismo enogastronomico. Sempre più praticato dagli appassionati di vino e cibo italiani e dalla generazione dei Millenials, e per il quale l’Italia è la meta mondiale preferita dagli enogastronauti di tutto il mondo (Food Travel Monitor 2020 – World Food Travel Association).

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